I conti economici del secondo trimestre 2024 presentati dal’ISTAT mostrano un quadro negativo per il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca in Italia, sia sul fronte economico che su quello occupazionale.
L’ultima analisi dell’Istat rivela un calo del valore aggiunto dell’1,7% rispetto al trimestre precedente, dato che rappresenta la flessione più significativa tra i diversi settori economici, superando anche la riduzione dello 0,8% dell’industria.
Dal punto di vista dell’occupazione, il settore ha visto una contrazione superiore al 3% sia delle ore lavorate che delle unità di lavoro rispetto al trimestre precedente, e una riduzione del 2,7% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Questi dati confermano un trend che mette in evidenza l’impatto preoccupante delle condizioni climatiche avverse che continuano a colpire duramente il settore primario. Le condizioni meteorologiche estremamente variabili hanno messo in ginocchio diverse produzioni, in particolare quelle cerealicole. Anche le misure per ridurre l’esposizione dei lavoratori ai colpi di calore, seppure giustamente adottate per la salvaguardia di salute e sicurezza, hanno contribuito a ridurre ulteriormente i livelli occupazionali.
Scarica il documento completo per l’analisi dettagliata dei conti economici del secondo trimestre 2024 e le proposte per mitigare gli effetti occupazionali dei cambiamenti climatici nel settore agricolo.
Stando ai dati presentati dall’Osservatorio Sana e dal Rapporto Bio in cifre 2024, l’agricoltura biologica in Italia è cresciuta negli ultimi 10 anni sia in termini di superficie (+77%), che di operatori del settore (+70,4%). L’ultima nota della Fondazione Metes analizza nel dettaglio lo stato dell’arte del settore biologico.
La superificie agricola destinata al biologico
Nel 2023, la superficie biologica italiana ha raggiunto i 2.456.019 ettari, il 19,8% del totale della Superficie Agricola Utilizzata complessivamente nel paese. Il 58% della SAU biologica nazionale si trova nel Mezzogiorno, il 25% al Centro e il 18% al Nord.
Le aziende agricole biologiche
Gli operatori del settore sono 94.441. È interessante evidenziare come la quota di aziende biologiche risulti più elevata nel Centro (21,3%) rispetto al Nord (20,5%), al contrario di quanto avviene per il complesso delle aziende agricole italiane, a conferma di un maggior orientamento verso il bio in particolare nelle regioni Toscana, Lazio e Marche.
Il mercato del biologico
Anche il mercato dei prodotti biologici italiani è cresciuto fino a 9,1 miliardi di euro, aumentando del 9,7% rispetto al 2022.
Per saperne di più
Per un approfondimento sulla distribuzione della superficie biologica tra i principali orientamenti produttivi e sulla composizione del mercato del biologico italiano, vi rimandiamo alla nota completa scaricabile qui sotto.
La nuova nota della Fondazione Metes, che invitiamo a scaricare in fondo all’articolo, affronta il tema del paradosso dell’agricoltura capitalistica, tra spreco alimentare e fame nel mondo.
Le dimensioni dello spreco alimentare
Stando all’ultimo Food Waste Index Report dell’UN Environment Programme, lo spreco alimentare globale ha raggiunto 1,052 miliardi di tonnellate nel 2022, con 132 kg pro capite. La maggior parte degli sprechi avviene infatti nelle famiglie (60%), seguite dalla ristorazione (28%) e dalla vendita al dettaglio (12%).
Nell’UE, Eurostat segnala 58 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari annuali, pari a 131 kg pro capite. Le famiglie europee sono responsabili del 54% dello spreco, seguite dall’industria alimentare (21%), agricoltura (9%) e ristorazione (9%). Il Belgio, la Danimarca e il Portogallo sono i paesi UE con i maggiori sprechi pro capite.
Fig. 1 – Lo spreco alimentare nell’Unione Europea (2022)
La fame nel mondo
La FAO misura la dimensione della fame nel mondo utilizzando l’indicatore Prevalenza della sottoalimentazione (PoU) che rileva il numero di persone che non hanno accesso regolare ad una quantità di calorie o ad apporto energetico sufficiente per svolgere una vita attiva e in buona salute.
Secondo le ultime stime, nel 2023 tra 713,3 e 757,2 milioni di persone (in media 733,4 milioni di persone) hanno sofferto la fame, 152,1 milioni di persone in più rispetto alle stime del 2019, periodo pre-pandemia.
Fig. 2 – Prevalenza di insicurezza alimentare grave o moderata e Prevalenza di insicurezza alimentare grave nelle ripartizioni geografiche mondiali (% sulla popolazione mondiale)
La fame in Europa
La quota di famiglie nell’UE che non possono permettersi un pasto di qualità ogni due giorni è aumentata dall’8,3% al 9,5% tra il 2022 e il 2023, riflettendo in parte l’accelerazione del prezzo del cibo registrata nel 2022. La Romania è lo stato dell’UE con la maggiore incidenza di famiglie che non possono permettersi un pasto di qualità ogni due giorni (23,3% del totale).
Conclusioni
Vi rimandiamo al testo completo della nota per tutti i più recenti dati relativi ai principali indicatori dello spreco che alla povertà alimentare, nel mondo e in Italia, oltre alla nostra lettura più politica di questo paradosso che affligge il settore agroalimentare.
È fondamentale riflettere su come la nostra catena di approvvigionamento alimentare gestisca inefficacemente le risorse disponibili e attuare una drastica revisione delle pratiche agricole e di consumo, promuovendo un approccio più sostenibile e inclusivo.
La nota che presentiamo analizza l’andamento del fatturato dell’industria alimentare e delle bevande in Italia sulla base delle ultime informazioni rese disponibili da Eurostat e Istat. Quella che segue è una breve sintesi, ma vi rimandiamo al documento completo per approfondire.
Fatturato dell’industria alimentare e delle bevande
Nel 2023 l’industria alimentare e delle bevande in Italia ha raggiunto un fatturato di 193 miliardi di euro, pari al 15,6% del totale del settore manifatturieriìo. Negli ultimi anni, il settore è cresciuto del 42,3%, con un incremento particolarmente significativo del fatturato estero (+72,1% rispetto al 2015), superiore a quello domestico (+37,1%).
Consumi interni
Se guardiamo al solo mercato interno, il valore dei consumi di “Alimenti e bevande non alcoliche” idelle famiglie italiane ha raggiunto 184,8 miliardi di euro nel 2023. Durante la pandemia di COVID-19, mentre altre categorie di consumo diminuivano, i consumi alimentari sono cresciuti (+2,4%). Dal 2015 al 2023, i consumi alimentari sono aumentati del 27,6%, in linea con il “totale beni” (+28,4%) e superiori ai “servizi” (+19,6%) e ai “totali consumi delle famiglie” (+23,8%).
Esportazioni dell’industria alimentare e delle bevande
Nel 2023, l’industria alimentare italiana ha esportato per 53,4 miliardi di euro, con un incremento del 77% dal 2015 al 2023. Tuttavia, i volumi esportati sono diminuiti del 9%. Il 56,2% dell’export è destinato ai Paesi UE, il 14,6% al Nord America, e l’8,8% all’Asia. E’ da apprezzare la grande presenza dei prodotti alimentari italiani sui mercati forti dei Paesi europei, in particolare in quelli dei membri Ue, e del Nord-America.
Scarica la nota
Tra gli approfondimenti disponibili nel documento allegato: il dettaglio delle categorie di spesa delle famiglie, la distribuzione tra canali di vendita (discount e private label), le motivazioni di acquisto della spesa alimentare come presentati dal rapporto Coop 2023 (Consumi e stili di vita degli italiani) e la composizione merceologica dell’export.
Il numero 1/2024 della rivista AE prosegue l’approfondimento delle tematiche connesse allo sviluppo sostenibile delle filiere agroalimentari promosso della FLAI CGIL e dalla Fondazione Metes in questi ultimi anni.
In particolare, dopo la premessa di Tina Balì, la sezione “I temi” di questo numero da spazio ad alcune analisi e proposte formulate da alcuni dei soggetti costituenti l’Alleanza Clima Lavoro, la coalizione composta da associazioni ambientaliste e dal sindacato per un confronto permanente sulle tematiche della transizione ecologica e digitale. In particolare mediante contributi di FLAI CGIL nazionale, della campagna Sbilanciamoci!, di Legambiente e del WWF vengono presentate analisi e formulate proposte sul tema della sostenibilità dei sistemi agroalimentari.
Questo l’indice completo
Temi
Quali politiche per una giusta transizione sociale e ambientale per un accesso universale al cibo sano – FLAI CGIL Nazionale
Alleanza Clima Lavoro: dai sussidi dannosi a quelli utili – Cecilia Begal e Giulio Marcon (Sbilanciamoci)
Fitofarmaci presenti sulle nostre tavole: una riflessione sulle svolte anti-green – Angelo Gentili (Legambiente)
Il dialogo strategico sul futuro dei sistemi agroalimentari nell’Unione europea tra sostenibilità economica, ambientale e sociale – Franco Ferroni (WWF)
Approfondimenti
E se la terra finisse? Il consumo di suolo in Italia – Michele Munafò (ISPRA)
Aree interne: coltivare economie del e per il territorio – Domenico Cersosimo e Antonella Rita Ferrara (Università degli studi della Calabria)
Un “mare” di cose da fare – Antonio Pucillo ( FLAI CGIL Nazionale)
Strategia Farm to Fork per l’agricoltura sostenibile: lo stato dell’arte – Massimiliano D’Alessio (Fondazione Metes)
Documentazione
Introduzione a cura di Valeria Cappucci ( FLAI CGIL Nazionale)
ARCHIVIO STORICO “Donatella Turtura” della FLAI CGIL Nazionale. Documentazione del convegno “ La spirale dei veleni in agricoltura” promosso da Filziat CGIL e Federbraccianti. Orvieto 18 luglio 1987.
Quali politiche per una giusta transizione sociale e ambientale per un accesso universale al cibo sano
Nel primo articolo, “Quali politiche per una giusta transizione sociale e ambientale per un accesso universale al cibo sano”, contributo collettivo della FLAI CGIL nazionale, partendo dalla considerazione della acclarata insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo basato sullo sfruttamento senza limiti delle risorse del pianeta, viene evidenziato il ruolo del mondo sindacale nella proposta e attuazione di un percorso “alternativo”. In particolare, la FLAI CGIL partendo dall’analisi delle trasformazioni che stanno investendo i sistemi agroalimentari ed evidenziando gli impatti che le transizioni ecologiche e digitali stanno generando sull’agricoltura, sulla pesca, sul settore forestale e dei consorzi bonifica e sull’industria alimentare formula proposte concrete di politiche per l’adozione di un nuovo modello di sviluppo agroalimentare più equo ed inclusivo ed incentrato sul lavoro di qualità.
Alleanza Clima Lavoro: dai sussidi dannosi a quelli utili
Il secondo articolo “Alleanza Clima Lavoro: dai sussidi dannosi a quelli utili” di Cecilia Begal e Giulio Marcon è dedicato ad una riflessione sulle politiche pubbliche e industriali ritenute, dagli autori rappresentanti della Campagna Sbilanciamoci!, presupposto fondamentale per l’implementazione della “giusta” transizione. Il lavoro in particolare partendo da una lettura critica del lavoro di riclassificazione in SAF (Sussidi Ambientalmente Favorevoli) e in SAD (Sussidi Ambientalmente Dannosi) dei sussidi economici per il settore agroalimentare realizzato MASE (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica) formula una serie di proposte di politiche rivolte alla transizione verso paradigmi di agricoltura sostenibile e di qualità e in grado di valorizzare i modelli di produzione locale del cibo. Secondo gli autori accanto alla transizione da SAD a SAF e ad una radicale revisione dei criteri di erogazione dei sussidi comunitari previsti dalla PAC è necessario un ripensamento delle dinamiche di potere che governano le filiere agroalimentari europee passando da logiche di natura industriale e capitalistica ad un nuovo modello ecologico, giusto e collettivo.
Fitofarmaci presenti sulle nostre tavole: una riflessione sulle svolte anti-green
Nell’articolo “Fitofarmaci presenti sulle nostre tavole: una riflessione sulle svolte anti-green” di Angelo Gentili viene proposto uno specifico approfondimento sulla problematica dei pesticidi in agricoltura anche grazie alla presentazione dei risultati dell’edizione 2023 del dossier “Stop pesticidi nel piatto”, il lavoro realizzato da Legambiente basato sulla raccolta e la sistematica rielaborazione statistica dei risultati delle analisi condotte da organismi di sorveglianza ambientale e sanitaria pubblica (ARPA, IZS, USL e ATS). Il dossier evidenzia come la questione dei fitofarmaci rappresenti ancora una delle criticità più gravi per il settore agricolo per la diffusa presenza di molecole di sintesi in gran parte dei prodotti agricoli che mangiamo. La presenza di residui di fitofarmaci nella frutta e nella verdura è l’occasione di denunciare, da un lato, la mancanza di una legislazione nazionale ed europea efficace nel limitare l’utilizzo dei pesticidi e, dall’altro, il ridotto impatto della nuova PAC sul problematica della chimica in agricoltura. Completa questo quadro la mancata approvazione del nuovo regolamento UE sui fitofarmaci e il rinnovo dell’autorizzazione temporanea da parte dell’UE per l’utilizzo del Glifosate, erbicida sospettato di interferenze con la salute dei lavoratori e la biodiversità.
Il dialogo strategico sul futuro dei sistemi agroalimentari nell’Unione europea tra sostenibilità economica, ambientale e sociale
L’ultimo articolo, “Il dialogo strategico sul futuro dei sistemi agroalimentari nell’Unione europea tra sostenibilità economica, ambientale e sociale” di Franco Ferroni ricorda come l’invasione dei trattori registrata negli ultimi mesi in molte città europee abbia segnato il punto più alto della contrapposizione delle associazioni di categoria agricole al Green Deal ed alla Strategia Farm to Fork. In contesto di elevata conflittualità, l’iniziativa assunta dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, finalizzata a creare un tavolo permanente di confronto tra tutti gli stakeholders dell’agroalimentare europeo per la creazione di una visione condivisa per il futuro del settore rischia, però, ancora una volta di subire il pesante condizionamento delle potenti lobby agricole europee. In questo contesto l’autore espone nel presente articolo i contenuti che WWF ha inteso fornire al primo incontro del forum sul Dialogo Strategico svoltosi il 25 gennaio 2024 con le proposte per la sostenibilità dei sistemi agroalimentari europei.
Gli approfondimenti
Il presente numero della rivista si chiude dando spazio ad ulteriori contributi finalizzati a sviluppare ulteriori riflessioni sulle tematiche della transizione ecologica e dello sviluppo sostenibile dei sistemi agroalimentari. Nella sezione “Approfondimenti” trova infatti posto l’articolo “E se la terra finisse? Il consumo di suolo in Italia” in cui Michele Munafò oltre a proporre un aggiornamento del monitoraggio dell’ISPRA sul consumo del suolo svolge riflessioni sugli attuali modelli di sviluppo insediativo che sembrano non essere attrezzati ad affrontare le future grandi sfide ecologiche, climatiche e sociali.
Con il lavoro “Aree interne: coltivare economie del e per il territorio” di Domenico Cersosimo e Antonella Rita Ferrara viene proposto un ulteriore punto di vista sulla tematica dello sviluppo sostenibile affrontando la questione dello svuotamento e della marginalizzazione delle aree interne. L’invito rivolto dagli autori ai policy maker a pensare a nuove politiche territoriale basate sulle esigenze delle «persone «nei» luoghi» rappresenta un ulteriore stimolo verso un nuovo paradigma che sia in grado di contrastare le disuguaglianze territoriali e sociali dell’attuale modello di sviluppo capitalistico italiano.
L’articolo “Un “mare” di cose da fare” di Antonio Pucillo descrive le problematiche ambientali che affliggono il settore della pesca riflettendo, da un lato, sull’evoluzione dalla politica europea per il settore e sui suoi impatti sociali ed occupazionali particolarmente penalizzati, e dall’altro, evidenziando l’urgenza di non sottovalutare gli effetti negativi del cambiamento climatico sulla pesca e la necessità di promuovere una transizione ecologica che tenga conto della peculiarità strutturali delle nostra flotta peschereccia.
Nell’articolo “Strategia “Dal produttore al consumatore”: lo stato dell’arte”, Massimiliano D’Alessio fornisce un aggiornamento sullo stato di attuazione del piano d’azione previsto per la realizzazione delle iniziative chiave del Farm to Fork dell’UE evidenziando come i recenti mutamenti degli scenari mondiali e le prospettive incerte che caratterizzano le prossime elezioni europee rischino non solo di rallentare ma addirittura di far fallire il Green deal e la sua strategia “Dal produttore al consumatore”.
Infine, come in precedenza, il presente numero di AE dà spazio alla documentazione proveniente dall’Archivio Storico Donatella Turtura della FLAI CGIL. In questo numero viene pubblicata la documentazione prodotta nell’ambito del convegno “La spirale dei veleni in agricoltura promosso da Filziat e Federbraccianti” svoltosi nel luglio del 1987 ad Orvieto. L’introduzione alla documentazione curata da Valeria Capucci evidenzia come le questioni ambientali hanno da sempre fatto parte dell’agenda politica della nostra categoria sindacale.
Secondo le ultime informazioni fornite dall’ISTAT, anche nel 2023 si evidenzia una contrazione dell’economia agricola italiana. Nel 2023 il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca registra infatti risultati negativi in termini di valore aggiunto (-2,5% in valore) e di produzione (-1,8% in volume).
Come già avvenuto nel 2022, anche l’annata 2023 è stata condizionata da «avverse condizioni climatiche che hanno caratterizzato diversi periodi dell’anno, con il susseguirsi di fenomeni estremi che hanno colpito molte produzioni di importanza primaria per il settore agricolo».
La nostra ultima nota passa in rassegna i principali indicatori economici per il settore. Al suo interno troverete, per ciascuna branca di attività e per le diverse categorie produttive, i dati sull’andamento di produzione e valore aggiunto (anche disaggregati per regione), dati sull’occupazione, andamento dei prezzi e dei consumi intermedi.
Da non perdere l’approfondimento finale che prova a dare una lettura politica dei dati presentati e a offrire un’analisi di prospettiva.