Marzo 2024 | News
La nuova nota analizza gli ultimi dati forniti dall’ISTAT in merito agli investimenti nell’industria alimentare e delle bevande.
Le scelte di investimento rappresentano un aspetto cruciale della gestione aziendale: per mantenere un sentiero di crescita stabile e continua, infatti, le imprese devono investire per poter adattare rapidamente i propri modelli di attività in funzione dei cambiamenti di scenario e per rispondere a eventuali evoluzioni nella domanda, nella tecnologia, nella disponibilità di risorse.
Stando agli ultimi dati ISTAT, nel 2021 il valore corrente degli investimenti fissi lordi dell’industria alimentare e delle bevande è stato pari a 7,9 miliardi di euro, l’11,5% in più rispetto al 2012. Dopo la flessione registrata nel periodo 2018-2020, la propensione agli investimenti dell’industria alimentare ha ripreso a crescere attestandosi sul 25,6%. A differenza da questi primi dati, che sono in linea col resto del manufatturiero e dell’economia generale, il valore degli investimenti per addetto, pari a 17,7 mila euro, è inferiore al valore medio complessivo. Questo dato, unito al basso peso della spesa degli investimenti destinati a innovazione e digitalizzazione, può rappresentare una significativa criticità per il settore.
Quando saranno disponibili, occorrerà monitorare i dati relativi al successivo biennio 2022/2023 per verificare l’impatto sugli investimenti dell’innalzamento dei tassi di interesse e dell’introduzione delle specifiche misure del PNRR.
Per approfondire, leggi la nostra analisi completa che contiene dati interessanti sulla composizione degli investimenti delle aziende agroalimentari, nonché sull’incidenza degli IDE, gli investimenti diretti esteri.
Marzo 2024 | News
a cura dell’Ufficio Studi della Fondazione Metes – 4 marzo 2024
Il rapporto Ismea-Qualivita 2023
Secondo l’ultimo rapporto Ismea – Qualivita sulle indicazioni geografiche, nel 2022 l’Italia si conferma il primo produttore mondiale di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica con 853 prodotti riconosciuti su 3.151 totali. In particolare, il nostro Paese può vantare 583 prodotti DOP (Denominazioni di origine protetta), 266 IGP (Indicazioni geografiche protette) e 4 STG (Specialità tradizionali garantite). I 195.407 operatori sul territorio nazionale hanno realizzato nel 2022 una produzione di 20,2 miliardi di euro, il 20% dell’intera produzione agroalimentare italiana, con un incremento di oltre un miliardo di euro in un solo anno (+6,4%). Questo dato conferma il trend di crescita ininterrotto che negli ultimi cinque anni ha caratterizzato il comparto.
L’impatto occupazionale delle Indicazioni Geografiche
Il Rapporto Ismea-Qualivita 2023 per la prima volta fornisce anche una misura dell’impatto occupazionale del settore agroalimentare DOP IGP. In particolare, le stime elaborate indicano, nel settore agricolo, un numero di rapporti di lavoro dipendente a tempo determinato pari a 430 mila e 50 mila a tempo indeterminato, a cui si aggiungono poco meno di 100 mila lavoratori autonomi, tra imprenditori agricoli e coltivatori diretti. Nella fase industriale il settore agroalimentare DOP IGP genera oltre 250 mila rapporti di lavoro a tempo indeterminato e circa 60 mila rapporti a tempo determinato o stagionali.
I dati esposti evidenziano il ruolo cruciale che i prodotti DOP, IGP e STG rivestono nel settore agroalimentare italiano.
Prospettive del nuovo regolamento europeo
La politica dei marchi di qualità ha assunto una crescente rilevanza nell’ambito delle strategie comunitarie per l’agroalimentare a partire dagli anni ’80 e è di questi giorni la notizia dell’approvazione definitiva da parte del Parlamento europeo del nuovo regolamento europeo sui regimi di qualità agroalimentari.
A partire dal prossimo aprile, mese di formale entrata in vigore del nuovo regolamento, sarà quindi necessario avviare una azione di attento monitoraggio dell’impatto del nuovo quadro regolamentare. In particolare, da un lato, sarà necessario comprendere come i contenuti del nuovo regolamento europeo verranno recepiti a livello nazionale e, dall’altro, analizzare quali saranno i provvedimenti normativi e amministrativi che verranno adottati. D’altro canto, sarà necessario comprendere fino a che punto questa riforma sarà in grado di indirizzare il sistema italiano dei prodotti DOP, IGP e STG verso l’obiettivo della sostenibilità. In particolare, sarà necessario comprendere se il nuovo regime comunitario, oltre a migliorare i risultati ambientali delle filiere e dei distretti agroalimentari di qualità, potrà promuovere un miglioramento e una valorizzazione del lavoro.
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Marzo 2024 | News
a cura dell’Ufficio Studi della Fondazione Metes – 1° marzo 2024
Il VII Censimento agricolo dell’ISTAT mette in luce il prevalere del modello industriale nell’agricoltura italiana, con una marcata tendenza all’accentramento economico e strutturale che porta alla progressiva scomparsa delle piccole aziende e all’abbandono delle zone rurali montane e collinari.
Questo trend è allarmante considerando il ruolo cruciale dei piccoli agricoltori nella conservazione del territorio, della biodiversità e delle tradizioni culturali. In 38 anni, infatti, sono scomparse quasi due aziende agricole su tre e la dimensione media di quelle sopravvissute è più che raddoppiata in termini di superficie a vantaggio di quelle con una dimensione economica maggiore. La manodopera familiare è ancora la principale componente della forza lavoro per le aziende agricole e rappresenta il 76% della manodopera, impiegata dal 98% delle imprese. Negli ultimi dieci anni, tuttavia, il ricorso alla manodopera familiare si è dimezzato, a vantaggio del lavoro salariato che è cresciuto del 47%.
Le politiche adottate finora sia a livello nazionale che europeo, si sono dimostrate inefficaci nel proteggere l’ambiente e nel contrastare i cambiamenti climatici, risultando in contraddizione con l’obiettivo di preservare la vitalità delle aree rurali. Le riforme della PAC, influenzate da principi neoliberisti, hanno favorito il predominio del mercato sull’agricoltura, accentuando l’uso predatorio delle risorse naturali e l’intensificazione delle pratiche produttive, mentre a livello nazionale manca una strategia agricola efficace, con interventi frammentati che lasciano alle imprese agricole poche prospettive di sopravvivenza.
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Luglio 2023 | News
Lo scorso 18 luglio si è svolto il Webinar “Lavoro e diritti – una linea da costruire” in cui sono stati presentati i contenuti della rivista AE Agricoltura, Alimentazione, Economia, Ecologia 1/2023.
Il Webinar è stato aperto dai saluti di Marco Bermani (Presidente della Fondazione Metes). Hanno partecipato ai lavori gli autori: Nicolò Giangrande e Giuliano Ferrucci (Fondazione Di Vittorio); Massimo Resce, Francesco Manente e Manuel Marocco (INAPP), Filiberto Altobelli e Alessandro Monteleone (CREA). Ha introdotto e moderato l’evento Massimiliano D’Alessio (Fondazione Metes).
All’iniziativa hanno partecipato Tina Balì, Andrea Coinu e Davide Fiatti della FLAI CGIL Nazionale in una discussione introdotta da Giulio Marcon (Portavoce della campagna Sbilanciamoci!). L’evento è stato concluso dal Segretario Generale della FLAI CGIL Giovanni Mininni.