a cura dell’Ufficio Studi della Fondazione Metes – 4 marzo 2024
Il rapporto Ismea-Qualivita 2023
Secondo l’ultimo rapporto Ismea – Qualivita sulle indicazioni geografiche, nel 2022 l’Italia si conferma il primo produttore mondiale di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica con 853 prodotti riconosciuti su 3.151 totali. In particolare, il nostro Paese può vantare 583 prodotti DOP (Denominazioni di origine protetta), 266 IGP (Indicazioni geografiche protette) e 4 STG (Specialità tradizionali garantite). I 195.407 operatori sul territorio nazionale hanno realizzato nel 2022 una produzione di 20,2 miliardi di euro, il 20% dell’intera produzione agroalimentare italiana, con un incremento di oltre un miliardo di euro in un solo anno (+6,4%). Questo dato conferma il trend di crescita ininterrotto che negli ultimi cinque anni ha caratterizzato il comparto.
L’impatto occupazionale delle Indicazioni Geografiche
Il Rapporto Ismea-Qualivita 2023 per la prima volta fornisce anche una misura dell’impatto occupazionale del settore agroalimentare DOP IGP. In particolare, le stime elaborate indicano, nel settore agricolo, un numero di rapporti di lavoro dipendente a tempo determinato pari a 430 mila e 50 mila a tempo indeterminato, a cui si aggiungono poco meno di 100 mila lavoratori autonomi, tra imprenditori agricoli e coltivatori diretti. Nella fase industriale il settore agroalimentare DOP IGP genera oltre 250 mila rapporti di lavoro a tempo indeterminato e circa 60 mila rapporti a tempo determinato o stagionali.
I dati esposti evidenziano il ruolo cruciale che i prodotti DOP, IGP e STG rivestono nel settore agroalimentare italiano.
Prospettive del nuovo regolamento europeo
La politica dei marchi di qualità ha assunto una crescente rilevanza nell’ambito delle strategie comunitarie per l’agroalimentare a partire dagli anni ’80 e è di questi giorni la notizia dell’approvazione definitiva da parte del Parlamento europeo del nuovo regolamento europeo sui regimi di qualità agroalimentari.
A partire dal prossimo aprile, mese di formale entrata in vigore del nuovo regolamento, sarà quindi necessario avviare una azione di attento monitoraggio dell’impatto del nuovo quadro regolamentare. In particolare, da un lato, sarà necessario comprendere come i contenuti del nuovo regolamento europeo verranno recepiti a livello nazionale e, dall’altro, analizzare quali saranno i provvedimenti normativi e amministrativi che verranno adottati. D’altro canto, sarà necessario comprendere fino a che punto questa riforma sarà in grado di indirizzare il sistema italiano dei prodotti DOP, IGP e STG verso l’obiettivo della sostenibilità. In particolare, sarà necessario comprendere se il nuovo regime comunitario, oltre a migliorare i risultati ambientali delle filiere e dei distretti agroalimentari di qualità, potrà promuovere un miglioramento e una valorizzazione del lavoro.