Bollettino Statistico n. 18

Bollettino Statistico n. 18

I temi:

  • Evoluzione delle coltivazione agricole a livello nazionale  
  • Specializzazioni produttive agricole a livello regionale
    • Cerali
    • Patate e ortaggi
    • Piante Industriali 
    • Serre
    • Foraggere
    • Vite
    • Olivo
    • Frutta e Agrumi
  • Coltivazioni agricole a livello provinciale

L’Agroalimentare DOP IGP STG nel 2023

a cura dell’Ufficio Studi della Fondazione Metes – 4 marzo 2024

Il rapporto Ismea-Qualivita 2023

Secondo l’ultimo rapporto Ismea – Qualivita sulle indicazioni geografiche, nel 2022 l’Italia si conferma il primo produttore mondiale di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica con 853 prodotti riconosciuti su 3.151 totali. In particolare, il nostro Paese può vantare 583 prodotti DOP (Denominazioni di origine protetta), 266 IGP (Indicazioni geografiche protette) e 4 STG (Specialità tradizionali garantite). I 195.407 operatori sul territorio nazionale hanno realizzato nel 2022 una produzione di 20,2 miliardi di euro, il 20% dell’intera produzione agroalimentare italiana, con un incremento di oltre un miliardo di euro in un solo anno (+6,4%). Questo dato conferma il trend di crescita ininterrotto che negli ultimi cinque anni ha caratterizzato il comparto.

L’impatto occupazionale delle Indicazioni Geografiche

Il Rapporto Ismea-Qualivita 2023 per la prima volta fornisce anche una misura dell’impatto occupazionale del settore agroalimentare DOP IGP. In particolare, le stime elaborate indicano, nel settore agricolo, un numero di rapporti di lavoro dipendente a tempo determinato pari a 430 mila e 50 mila a tempo indeterminato, a cui si aggiungono poco meno di 100 mila lavoratori autonomi, tra imprenditori agricoli e coltivatori diretti. Nella fase industriale il settore agroalimentare DOP IGP genera oltre 250 mila rapporti di lavoro a tempo indeterminato e circa 60 mila rapporti a tempo determinato o stagionali.

I dati esposti evidenziano il ruolo cruciale che i prodotti DOP, IGP e STG rivestono nel settore agroalimentare italiano.

Prospettive del nuovo regolamento europeo

La politica dei marchi di qualità ha assunto una crescente rilevanza nell’ambito delle strategie comunitarie per l’agroalimentare a partire dagli anni ’80 e è di questi giorni la notizia dell’approvazione definitiva da parte del Parlamento europeo del nuovo regolamento europeo sui regimi di qualità agroalimentari.

A partire dal prossimo aprile, mese di formale entrata in vigore del nuovo regolamento, sarà quindi necessario avviare una azione di attento monitoraggio dell’impatto del nuovo quadro regolamentare. In particolare, da un lato, sarà necessario comprendere come i contenuti del nuovo regolamento europeo verranno recepiti a livello nazionale e, dall’altro, analizzare quali saranno i provvedimenti normativi e amministrativi che verranno adottati. D’altro canto, sarà necessario comprendere fino a che punto questa riforma sarà in grado di indirizzare il sistema italiano dei prodotti DOP, IGP e STG verso l’obiettivo della sostenibilità. In particolare, sarà necessario comprendere se il nuovo regime comunitario, oltre a migliorare i risultati ambientali delle filiere e dei distretti agroalimentari di qualità, potrà promuovere un miglioramento e una valorizzazione del lavoro.

Per approfondire scarica la nota completa

Cassetta degli attrezzi per delegati dei Comitati Aziendali Europei: il corso di formazione ora on line

Cassetta degli attrezzi per delegati dei Comitati Aziendali Europei: il corso di formazione ora on line

A novembre 2015 è stato finanziato il progetto “Food industry sector towards the Europe 2020 Strategy: to promote an empowerment of EWC’s members of Campofrio and Conserve Italia European Works Councils”, dalla DG Occupazione, Affari Sociali e inclusione della Commissione Europea con la partecipazione della FLAI CGIL, Federazione Lavoratori dell’Agroindustria (capofila), di Fondazione Metes, (partner), di Federaciòn Agroalimentaria de Comisiones Obreras (CO-APPLICANT) e con il supporto di Campofrìo Food Group, Conserve Italia, FIDTA, FAI CISL, UILA UIL e EFFAT.

I destinatari del progetto sono stati i rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori dei Comitati Aziendali Europei di Conserve Italia e Campofrìo Food Group, con lo scopo di far acquisire loro maggiore conoscenza e consapevolezza sulle criticità che riguardano l’industria alimentare europea, con riferimento alla strategia Europa 2020, e sui contenuti del diritto comunitario in materia di coinvolgimento transnazionale dei lavoratori.
La riunione di avvio del progetto si è svolta il 24 febbraio 2016 a Roma, presso la FLAI CGIL, alla quale hanno partecipato i partner del progetto e i rappresentanti delle due aziende coinvolte.

Il 7 marzo 2016 è stata attivata una piattaforma web per la formazione a distanza che prevede un corso di formazione, con una durata complessiva di 40 ore, suddiviso in 6 moduli tradotti in 6 lingue: italiano, inglese, spagnolo, olandese, portoghese e francese. Alla formazione, hanno partecipato anche rappresentanti di altri CAE del settore agroalimentare e anche di settore diversi (commercio, ristorazione, grande distribuzione).

Il corso di formazione per delegati CAE è una vera e propria cassetta degli attrezzi per tutti coloro che, passo dopo passo, iniziano a svolgere l’attività all’interno dei CAE. Un pacchetto completo che, attraverso l’utilizzo di slides in power point schematiche e di immediata comprensione, fornisce con esattezza tutte le informazioni necessarie. Questi gli argomenti:

  • Le fonti normative in materia di CAE
  • Le strutture organizzative dell’impresa
  • Le relazioni sindacali a livello europeo
  • Meccanismi di funzionamento dei CAE
  • I ruoli all’interno dei CAE
  • I dati economici e finanziari

Il 12 e 13 luglio 2016 si è svolto a San Lazzaro di Savena (BO), presso la sede di Conserve Italia Soc. Coop., il seminario internazionale dedicato al progetto. In particolare, il seminario ha rappresentato un’importante occasione per lo scambio di esperienze sulle principali criticità relative all’attività dei CAE.

Il 15 ottobre 2016 si è conclusa l’attività formativa FAD e nell’evaluation meeting del 22 novembre 2016 sono stati esposti i risultati del piano di monitoraggio e valutazione, evidenziando i punti di forza e le criticità emerse durante lo svolgimento delle diverse attività progettuali. A questa fase finale hanno partecipato tutti i partner del progetto: FLAI CGIL, Fondazione Metes, INDUSTRIA CCOO (ex FEAGRA) e i rappresentanti delle due imprese beneficiarie coinvolte.

Dall’analisi dei dati è emersa la corretta realizzazione di tutte le attività programmate con i relativi obiettivi raggiunti. I partecipanti che hanno portato a termine il corso di formazione sono stati 47, in maggioranza italiani e spagnoli. Le newsletter dedicate al progetto sono state 4 e sono state pubblicate in italiano, spagnolo ed inglese. Tutto il materiale formativo sviluppato nell’ambito del progetto, in seguito alle molteplici richieste, è disponibile sulla piattaforma istituzionale Metes per la FAD e-learning. Invia una mail a: posta@fondazionemetes.it per ricevere le credenziali per accedere alla piattaforma.

Per avere un’idea dei contenuti puoi scaricare alcune slide dell’unità 6 relativa agli indicatori economici.

6.-Indicatori-economici.pdf (1676 download )

De Cecco: 37,4 milioni per lo sviluppo, 810 lavoratori salvaguardati. Ecco quali sono le aziende agroalimentari che guardano a Industria 4.0 con il contratto di sviluppo

De Cecco: 37,4 milioni per lo sviluppo, 810 lavoratori salvaguardati. Ecco quali sono le aziende agroalimentari che guardano a Industria 4.0 con il contratto di sviluppo

Il settore agroalimentare verso “Industria 4.0”: lo strumento dei Contratti di sviluppo

di Massimiliano D’Alessio

Il termine “Industria 4.0” sta diventando sempre più centrale nel dibattito economico, sociale e politico, nazionale ed internazionale. Esso si riferisce alle implicazioni sui sistemi produttivi e sul lavoro connesse all’implementazioni di tecnologie digitali nel settore manifatturiero. L’introduzione nella produzione manifatturiera di diverse innovazioni quali, tra le altre, lʼaddictive manufacturing, la robotica avanzata, l’analisi dei big data, i Cyber-Physics Systems (CPS) e l’utilizzo sempre più pervasivo della rete internet (la c.d. internet of things) quale strumento di gestione e controllo dello spazio, degli oggetti fisici e delle persone che compongono la vecchia catena di montaggio determinano profondi cambiamenti nei modelli di business e nei paradigmi di produzione e di organizzazione del lavoro. Molti esperti sono concordi nel definire questo fenomeno come la “quarta rivoluzione industriale”, evidenziano in questo modo l’entità dei cambiamenti da esso determinati.

L’Unione Europea e molti Stati membri (in primis la Germania) hanno compreso l’entità del fenomeno “Industria 4.0” ed hanno attivato specifiche policy a sostegno delle imprese. Anche il Governo italiano lo scorso 21 settembre ha presentato a Milano il Piano Nazionale Industria 4.0 che descrive il piano di investimenti incluso all’interno della Legge Finanziaria 2016 per favorire la digitalizzazione delle imprese italiane. Il Piano che prevede un intervento da 13 miliardi di risorse pubbliche spalmate tra il 2018 e il 2024 intende attivare investimenti innovativi mediante il supporto di superammortamento e iperammortamento, la Nuova Sabatini e credito di imposta per la ricerca. Ulteriori 10 miliardi sono dedicati a quelle che il piano definisce «direttrici di accompagnamento»: il rafforzamento della detassazione del salario di produttività (1,3 miliardi tra il 2017 e il 2020), la diffusione della banda ultralarga tra le imprese (6,7 miliardi già stanziati), il rifinanziamento del Fondo di garanzia Pmi (900 milioni), le catene digitali e l’internazionalizzazione del made in Italy (100 milioni), i Contratti di sviluppo con focus su Industria 4.0.

Quest’ultima misura offre specifiche potenzialità di supporto per il settore agroalimentare italiano. I contratti di sviluppo, introdotti dall’art.43 del d.l. 112/2008 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133/2008) come evoluzione dei Contratti di programma e dei Contratti di localizzazione, rappresentano oggi il principale strumento agevolativo per la promozione degli investimenti privati. Il Contratto di Sviluppo sostiene, in particolare, gli investimenti di grandi dimensioni nel settore industriale, turistico e di tutela ambientale. Recentemente, il DM 8 novembre 2016 del Ministero dello Sviluppo Economico, che ha introdotto nuove procedure semplificate, prevede una specifica priorità per i Contratti di grandi dimensioni che realizzano interventi coerenti con le finalità e i contenti del piano nazionale Industria 4.0”.

Con il Contratto di sviluppo sono stati finora finanziati 32 interventi di investimento promossi da imprese agroalimentari. Mediante questo strumento agevolativo sono stati, in particolare, accordati finanziamenti per complessivi 381 milioni di euro che hanno generato 664,24 milioni di investimenti nel settore agroalimentare. L’investimento di maggiore dimensione è stato realizzato finora da PASTIFICIO LUCIO GAROFALO S.p.A. che realizzando un programma di sviluppo da 47,6 milioni di euro ha inteso promuovere l’aumento della capacità di stivaggio del magazzino e l’acquisto di 3 nuove linee produttive. A fronte di questo intervento finanziato con 32,86 milioni di euro è previsto un impatto in termini occupazionali per 195 lavoratori assunti/salvaguardati. Il secondo investimento in termini dimensionali è stato realizzato da un raggruppamento di 8 imprese campane capeggiate dalla SAN GIORGIO S.p.a per potenziare la filiera produttiva del settore dolciario. L’investimento complessivo è di 45,11 milioni di euro, di cui 26,12 di agevolazioni concesse mediante il Contratto di sviluppo, è finalizzato all’ampliamento degli stabilimenti delle otto aziende a Castel San Giorgio (SA), Pagani (SA), Cava de’ Tirreni (SA), Striano (NA) e Nocera Superiore (SA). Nell’ottica di elevare gli standard di produzione, confezionamento e conservazione dei prodotti dell’industria dolciaria in Campania. l progetto prevede a regime 120 nuovi posti di lavoro. Il terzo intervento in termini dimensionali è quello realizzato da MOLINO E PASTIFICIO DE CECCO S.p.a che realizzando un programma di sviluppo da 37,4 milioni di euro ha intesto promuovere l’ampliamento dello stabilimento di Ortona, con due nuove linee produttive, una di pasta lunga e una di pasta corta e l’ampliamento dello stabilimento di Fara San Martino, con la realizzazione di un nuovo silos. A fronte di questo intervento finanziato con 21,13 milioni di euro è previsto un impatto in termini occupazionali per 810 lavoratori assunti/salvaguardati.

Altri interventi rilevanti sono stati realizzati da FERRARELLE S.p.a. (34,08 milioni di euro di investimento a fronte di 25,56 milioni di euro di agevolazioni) per l’incremento della capacità produttiva ed il contenimento dei consumi (energia, materie prime e logistica), da UNILEVER ITALIA MANUFACTURING S.r.l. (33,94 milioni di euro di investimento a fronte 10,18 milioni di euro di agevolazioni) per innovare gli impianti e i macchinari e per accrescere la capacità produttiva dello stabilimento di Caivano e da CENTRALE DEL LATTE DI TORINO & C. S.p.a (33,88 milioni di euro di investimento a fronte di 18,63 milioni di euro di agevolazioni) per la realizzazione di una nuova unità produttiva moderna ed efficace e per consolidare ed aumentare i volumi di produzione per i prodotti a maggior valore aggiunto.

Di seguito è possibile scaricare l’elenco completo degli interventi promossi nel settore agroalimentare e finanziati con lo strumento dei Contratti di sviluppo.

elenco-aziende-agroalimentari-contratti-di-sviluppo_2.pdf

Seminario internazionale del progetto “Il settore dell’industria alimentare nel cammino verso la strategia Europa 2020″

“Il settore dell’industria alimentare nel cammino verso la strategia Europa 2020: promuovere l’empowerment dei membri dei Comitati aziendali europei (CAE) di Campofrìo e Conserve Italia”

Il 12-13 luglio 2016, a San Lazzaro di Savena (BO), presso la sede di Conserve Italia Soc. Coop. Agricola sita in Via Paolo Poggi, 11, si svolgerà il seminario internazionale relativo al progetto “Il settore dell’industria alimentare nel cammino verso la strategia Europa 2020: promuovere l’empowerment dei membri dei Comitati aziendali europei (CAE) di Campofrìo e Conserve Italia”
(VS/2015/0371).

Il progetto ha messo in atto un’ azione di formazione a distanza, mediante una piattaforma web, in grado di migliorare le conoscenze, abilità e competenze delle parti sociali e degli altri attori a livello aziendale coinvolti nelle attività dei Comitati Aziendali Europei, e di aumentare il loro livello di conoscenza e consapevolezza sulle questioni critiche che riguardano l‘industria alimentare europea e sul contenuto del diritto comunitario in materia di coinvolgimento transnazionale dei dipendenti.

In particolare, il seminario internazionale, rappresenta un’importante occasione per uno scambio di esperienze sui problemi di comunicazione cross-culturale, sul monitoraggio delle performance aziendali, sulla responsabilità sociale delle imprese e sulla gestione di ristrutturazioni, fusioni, acquisizioni e chiusure dell’ attività di impresa.
I membri dei CAE coinvolti saranno in grado di utilizzare i risultati del dibattito per migliorare il contenuto dei loro accordi e di negoziare la futura attività di formazione.

Siete tutti invitati a partecipare.

Per maggiori informazioni e per l’ organizzazione del viaggio siete pregati di contattarci

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